Nome: Rosita
Modello: Dehler 36 CWS
Tipologia: crociera/regata
Anno di progettazione: 1987
Periodo di produzione: dal 1987 al 1994
Anno costruzione: 1989
Unità costruite: circa 800
Cantiere: Dehler Bootbau OHG Città: Greifswald (sede attuale)
Nazione: Germania
Fondatore del cantiere: fratelli Willi e Heinz Dehler
Anno di fondazione: 1963
Progettista: Ricus Van De Stadt
Capo progetto: Cees Van Tongeren
Armo: sloop frazionato 7/8
Materiale scafo: vetroresina
Tipo di chiglia: fissa a lama con bulbo
Cabine: 2
Posti letto: 6
Bagni: 1
Motorizzazione: YANMAR 3GM30
Riserva acqua: 250 l
Riserva gasolio: 150 l
Lunghezza fuori tutto: 11,00 m
Lunghezza al galleggiamento: 9,00 m
Baglio max: 3,50 m
Pescaggio: 1,85 m
Pescaggio ridotto: 1,50 m
Dislocamento: 5.600 Kg
Zavorra: 2.400 Kg
Superficie velica base: 62,00 mq
Randa: 40,00 mq
Fiocco: 21,70 mq (autovirante)
Genoa: 50,60 mq
Spinnaker: 91,00 mq
Altezza albero: 16,92 m
CWS sta per "Central Winch System" ovvero un singolo winch elettrico, montato centralmente alle spalle della ruota del timone, a cui sono ricondotte scotte, drizze e borose. Fu introdotto affinché una barca ad alte prestazioni potesse essere gestibile in maniera semplice da un equipaggio ridotto, anche di due persone
Un po' di storia
Per capirne l'eclettismo e la sagacia basta ammirare la prua di un' Optima92 che sfonda una delle pareti del primo cantiere aziendale -già sala da ballo- a Freienohl, nei pressi di Dortmund. Quello che sembra un incidente di collaudo è, di fatto, un'installazione, degna di un museo di arte moderna, partorita dalla mente di Willi Dehler, ingegnere elettronico con una sfrenata passione per il mare nonché fondatore dell'omonimo cantiere agli inizi degli anni '60.
Chissa', forse intendeva rappresentare la smania che ha una barca a vela appena nata di raggiungere l'acqua, un po' come fanno per istinto le piccole tartarughe che hanno, non senza fatica, rotto il guscio e visto la prima luce. O forse voleva materializzare il concetto di robustezza delle sue barche...
E dire che le intenzioni originarie di Willi Dehler erano quelle di costruire roulotte in vetroresina, cosa che sarebbe comunque arrivato a fare negli anni '80. Per questo aveva consultato proprio Ricus Van de Stadt, diventato nel frattempo suo grande amico, da cui aveva acquistato un dinghy Stern per lo svago famigliare. Van de Stadt che, in sostituzione dei più tradizionali legno e acciaio, aveva recentemente introdotto la vetroresina per la sua cantieristica nautica - lo Stern era uno dei primi scafi costruiti col nuovo materiale-, gli suggerì di fare esperienza con la vetroresina costruendo una piccola imbarcazione.
Fu così che nel 1963 nacque il Winnetou, un dinghy di 3 metri, che destò subito le attenzioni di chi potè osservarlo in acqua. Partirono quindi le prime commesse, e Willi Dehler, dopo aver coinvolto il fratello Heinz, iniziò la produzione tra le mura di un ex cinema a Dortmund. Ne furono venduti circa 400 e presto fu necessario trasferire la produzione in una struttura più grande a Freienohl, individuata in quella che era in precedenza una sala da ballo. Nacque così la Dehler Bootsbau OHG e fu un inizio felice per una carriera lunga e di successo come uno dei principali costruttori di barche d'Europa.
Indole sportiva
Una delle prerogative, forse la più importante, che ha sempre contraddistinto gli yachts Dehler è la costante ricerca dell'equilibrio tra performance e comfort.
Sin dai tempi del Delanta 76 (1972) nella sua versione sportiva Timschal, il cui scafo era stato pensato per rispettare i requisiti della 3/4 Ton Class, passando per le più prettamente sportive DB1 (1980) e DB2 (1982) con cui fu vinta la Quarter Ton a Kiel nel 1984, la filosofia e la scommessa di Willi Dehler era che la velocità sarebbe stata un importante argomento di vendita anche per gli yacht da crociera. Il Dehler 34/Optima 101 (1982-1984) fu probabilmente il primo cruiser/racer immesso sul mercato del diporto ed era, di fatto, la versione da crociera dei progetti DB.
Il Dehler 36 CWS è figlio di questa filosofia. E la sua versione racer Dehler 36 DB non fa altro che esaltare questa indole.
Nel 1986 fece ingresso nell'azienda di famiglia il figlio di Willi Dehler, Karl, anche egli ingegnere, dando continuità e supporto all'obbiettivo della prestazione e dell'innovazione in generale.
Fu proprio Karl, non a caso, a vincere la Quarter Ton del '84 a bordo del DB2 "Positron".
Il team di sviluppo era ora composto dai Dehler, padre e figlio, e da Cees Von Tongeren, designer dell'ufficio di progettazione Van De Stadt, che collaborava con Dehler dai tempi del Delanta, il suo primo progetto per l'azienda.
Innovazione
I tre si misero a lavoro per sviluppare uno yacht che potesse essere performante e allo stesso tempo gestibile in maniera semplice da un equipaggio ridotto, anche di due persone.
Il risultato dei loro sforzi congiunti portò al 36 CWS, primo modello destinato a questo mercato, caratterizzato da un'innovazione molto particolare: il "Central Winch System" (CWS), ovvero un singolo winch elettrico (un potente Lewmar 43 self-tailing) montato centralmente su una plancia collocata immediatamente dietro la ruota del timone, a cui sono ricondotte scotte, drizze e borose.
La gestione delle vele è semplificata ulteriormente grazie al fiocco autovirante che si muove su un binario curvo appena a prua dell'albero.
Dall'albero, tutte le cime sono ricondotte sotto modanature di copertura sino al pozzetto, in modo che il ponte risulti "in chiaro".
Una simile configurazione richiede un assetto frazionato dell'armo, con una grande randa e una vela di prua più piccola
Ma van Tongeren e Dehler preferirono armare le loro barche in quel modo, con o senza fiocco autovirante. Per massimizzare la stabilità a vela, van Tongeren ha sviluppato il suo design della chiglia "capovolta": la base della chiglia è più lunga della radice e la sezione si ingrossa man mano che diventa più profonda, questi due fattori lavorano insieme per abbassare il baricentro. Queste caratteristiche, combinate con un rapporto di zavorra di circa il 40%, rendono il 36 CWS uno yacht rigido, mentre la base relativamente lunga aggiunge stabilità direzionale.
Ne furono costruiti circa 800, con varie opzioni di assetto interno.
Bernard Moitessier
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